Arrivo mattina ore 9: escursione per le “Vie delle Miniere” Il territorio di Longobucco era ricco di pozzi minerali, tra i quali primeggiava la galena argentifera (a galanza in dialetto longobucchese) estratta e lavorata dai Sibariti, Crotoniati e Romani. Lipinsky afferma: “come la fortuna di Atene era legata alle miniere di Laurion, quelle di Sibari a Longobucco”.Per questo motivo alcuni studiosi hanno identificato l’odierna Longobucco con la città di Temesa o Tempsa, l’antico centro urbano di cui parla Omero nell’Odissea. I primi documenti relativi all’attività di argenteria a Longobucco risalgano al XII secolo; nelle miniere si lavorò fino al 1783. Il sentiero storico-naturalistico “Vie delle Meniere” è un museo all’aperto della storia economica e sociale di Longobucco: questa era via dei metalliferi che si inoltravano nei fitti boschi alla ricerca di argento, piombo ed altri minerali; era anche la via di coloro che lavoravano il legname ed usavano la forza idraulica del fiume Manna (che si adagia affianco al sentiero) per trasportar la legna alle segherie, delle quali purtroppo, oggi non rimane più traccia. Il sentiero rappresentava anche il sentiero di coloro che si dirigevano verso Monte Altare (la cima più alta nel territorio di Longobucco, 1700m). Percorrendo il sentiero sarà possibile ammirare le cave delle miniere d’argento, inoltre tabelloni fotografici spiegano l’antica estrazione e lavorazione della galena argentifera.
Ore 13 : pranzo presso trattorie/ristoranti tipiche del luogo
Ore 15: “Alla Scoperta dell’Arte della Tessitura” Illustrazione dal vivo delle operazioni preliminari alla lavorazione del tessuto: le massaie (addette a tale operazioni) ci illustreranno le fase dell’Incannaggio e dell’Orditura. Visita nelle abitazioni delle nostre tessitrici, dove si potrà osservare dal vivo la lavorazione vera e propria dei tessuti longobucchesi. Inoltre le nostre tessitrici ci illustreranno i vari tipi di tessuto che è possibile realizzare nell’antico telaio a mano, spiegandoci la storia dei motivi/disegni riportati su tali tessuti.
Ore 17: visita Chiesa Matrice e Torre Campanaria La Chiesa Matrice è dedicata a Santa Maria Assunta, dal 1960 Santuario Mariano, la nascita risale al XII secolo. La facciata è in pietra nera con decorazioni barocche e romaniche.L’interno è decorato in stile settecentesco. L’altare maggiore in marmi policromi, in stile barocco napoletano, opera di scalpellini di Rogliano (CS). Particolar pregio occupano le opere in legno create dagli intagliatori di Serra San Bruno (VV): il coro dietro l’altare maggiore, la sagrestia, il paravento della porta principale, il pulpito, i confessionali e l’organo. Le opere pittoriche sono le tele degli altari laterali a due grandi affreschi del coro: Natività ed Adorazione dei Magi realizzate entrambe da Cristoforo Santanna da Rende (CS). In sagrestia si trova l’argenteria del XVIII secolo, realizzata utilizzando i minerali estratti dalle miniere locali; di notevole interesse è il fonte battesimale: strutturato a forma di calice, ha per base tre leoni che sorreggono una coppa ottogonale. Accanto alla Chiesa Matrice si erge il vero e proprio simbolo di Longobucco: la Torre Campanaria chiamata dagli abitanti U Pupulu eru Campanaru, costruita nel XII secolo come torre di avvistamento e di difesa contro i Saraceni e trasformata successivamente intorno al 1700, in campanile. Alta 32 m, si presenta a corpo quadrangolare eseguita con murature in blocchi squadrati di tufo. Attraverso le vinedde (viuzze del paese), cuore del centro storico di Longobucco, visita alla Chiesa di Santa Maria Maddalena, Chiesa di San Domenico e la Chiesa di Sant’Angelo Custode.
Ore 18: attraverso le vinedde (viuzze del paese), cuore del centro storico di Longobucco, visita alla Chiesa di Santa aria Maddalena, Chiesa di San Domenico e la Chiesa di Sant’Angelo Custode.
Ore 19/20: visita U Campanaru e le CantineU Campanaru è la piazza principale di Longobucco (Piazza Matteotti) costeggiata ad un lato della Torre Campanaria, da questo il nome Campanaru (campanile=torre campanaria). Rappresenta l’animo sociale del paese; da qui si snoda il corso principale (corso Cristoforo Colombo), dove inoltrandosi nelle viuzze troviamo le osterie di Longobucco, le cosiddette Cantine. Nella zona sono molte famose per l’atmosfera nella quale si è sicuri d’imbattersi: qui potrete assaporare non solo u sciannichiaddù (tradizionale bicchiere di vino) ma scoprire l’ospitalità che ha sempre contraddistingue i longobucchesi. Le Cantine longobucchesi vengono indicate con i nomi o soprannomi dei loro proprietari: a dua Zarbaturu o Pascqualicchiu (da Salvatore o Pasquale), a dua Cicciu, a dua Pignata.
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