Altavilla di Lappano, ebbe origine al tempo delle invasioni arabe nel sec. IX. A quel tempo, le scorrerie degli arabi nel territorio del Cosentino, provocarono un massiccio esodo della popolazione verso la vicina e più sicura presila.
In località "Ventulilla" vicino a Lappano c'è la "fontana e malunume" (fontana dal nome cattivo), oppure "fontana d'u cunnu", (organo sessuale femminile), perché lì avvenivano, lontano da occhi indiscreti, gli incontri segreti tra amanti. Sorge accanto all'inizio della fiumara "Corno". Proprio dalla parola Corno, per traslitterazione, il nome fu mutato in Cunnu, con allusione agli incontri che si svolgevano in quel luogo. Successivamente, questo nome imbarazzante, fu sostituito con la attuale denominazione di "funtana e malunume" Come ogni borgo, anche Altavilla ha la sua leggenda. La riportiamo così come raccontata da Vincenzo Padula. "Ogni paese ha i ruderi di qualche castello. In Altavilla ve n’è uno dirupato e interrito. Vi è un tesoro legato. Per scioglierlo, bisogna un venerdì di marzo scannare un bimbo, un agnello e un gatto nero. Si conta che un sampetrese, che abitava nella casa di mastro Carmine Caruso nel quartiere Largo, invocò il diavolo e n’ebbe 3 monete quadre. Mancò alla parola, e il diavolo si presentò all’uscio."
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