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martedì 12 gennaio 2010

Itinerario "Sila"

Cosenza - Rogliano (A3+S. S. 19: km. 18) (ore 1:00)Rogliano - Bivio Bocca Di Piazza(S. 535: Km. 23) (min. 45)Bivio Bocca Di Piazza - Lago Arvo - Rovale(S. S. 108 Bis: Km. 25) (min. 45)Rovale - Silvana Mansio- S. Giovanni In Fiore(S. Prov. + S. S. 107: Km. 30) (ore 1 e 30')S. Giovanni in Fiore - Cosenza(SuperS. 107: Km. 61) (ore 1:00) oppure:Soldato - Cosenza(S. S. 108 Bis + S. Prov. + SuperS. 107: Km. 79*) (ore 2:00) E' questo, un itinerario a carattere prevalentemente paesaggistico, è consigliabile soprattutto d'estate, per godere della frescura della "Selva Bruzia": non mancano, però, gli spunti storico-artistici. Si prende l'A3 in direzione sud, ed al primo svincolo in località "Piano Lago" si esce per proseguire sulla S. S. 19, giungendo dopo poco a Rogliano (m. 650 ab. 5.843). La cittadina, sita in amena posizione, patria dei Vescovi ed Arcivescovi Ricciuli (sec. XVI - XVII), è nota perché culla secolare di una fiorente scuola di artigiani (scalpellini, intagliatori, campanari, etc.), di notevole valore artistico, e che operarono in tutta la regione ed oltre (anche all'estero). Vanno visitate: in centro, il Duomo, dalla imponente facciata in tufo (sec. XVIII); a destra, imboccando l'antico corso, con portici e stemmi, la Chiesa di S. Giorgio, a pregevoli altari barocchi del roglianese Altomare e altre opere scultoree e d'intarsio; in località "Camino", la chiesetta di S. Maria delle Grazie (1611), dall'elegante soffitto ligneo e con tele di pittori locali del '600-'700. Da Rogliano, si imbocca la S. 535 della valle del Savuto, zona di produzione del rinnovato vino, come il "Succo di pietra" dei Piro, celebrato da Mario Soldati, e che, salendo, si svolge a ridosso di selvose colline. Bella vista del Monte Reventino (m. 1416); varcato il fiume Savuto e risalita la sponda opposta, si passa per Parenti (m. 850, ab. 2.265), si continua nell'ascesa e si giunge poi sull'altopiano silano, in località "Bocca di Piazza" (m. 1267), nei cui pressi sono il laghetto e le sorgenti del fiume che, assieme al torrente Ciricilla e ad altri affluenti, alimenta il grande lago artificiale dell'Ampollino (75 Kmq., 67 milioni di mc.). Questo può essere raggiunto prendendo, a destra, la panoramica S. S. 179, ma non è incluso in questo itinerario, che prosegue, invece, svoltando a sinistra, sulla S. S. 108 Bis. All'altezza del bivio di Quaresima (m. 1305), cui si congiunge la S. 178 proveniente da Aprigliano, la strada comincia a costeggiare il lago Arvo, altro serbatoio artificiale - il secondo, in ordine di costruzione, degli impianti silani, con diga di terra, lungo circa 11 Km. e dalla capacità di 67,5 milioni di mc. - con un percorso quasi pianeggiante.
Poi la strada si inerpica lungo l'agreste vallata del Bufalo, perdendosi brevemente la visione dell'invaso; nella susseguente località "Passo delle Cornacchie" (m. 1263) vi è un camping, mentre stranamente abbandonato risulta l'Autostello dell'A.C.I., che era una delle prime strutture alberghiere, costruito in suggestiva posizione fra le folte pinete e con bella vista sul lago. Si giunge quindi a Lorica (m. 1314), borgo residenziale con villini disposti sotto fitte pinete, prospettanti il lago, diversi edifici rurali, con chiesetta e caserma, realizzati a suo tempo dall'ex Opera per la Valorizzazione della Sila (oggi E.S.A.C.), ed abbondanti attrezzature ricettive (alberghi, bar, camping, impianti sportivi). Arrivati nell'amena località di Rovale (m. 1322), suggeriamo di svoltare a sinistra, per la strada che conduce a Silvana Mansio, pittoresco centro turistico estivo, con un complesso di villette in muratura e legno, denominato "Villaggio delle Fate". Il luogo è punto di partenza per escursioni a Cecita, Aria Macina, all'Arvo e sulle circostanti montagne coperte di pini ed abeti, e ricche di flora alpestre. La strada si riallaccia, poi, alla Superstrada 107. Se si volesse, però, abbreviare il percorso, da Rovale si può continuare, a destra, sulla 108 Bis, passando indi per Ramundo (a destra, in fondo, la catena del Monte Nero, m. 1881), nei cui pressi è il bivio per Ceraso, meta di piacevoli gite, arrivando quindi al bivio Garga. Da qui, per la Superstrada 107, o, alternativamente, per il più panoramico ma serpeggiante tracciato della vecchia 107, si scende a S. Giovanni in Fiore (m. 1050, ab. 20.179). L'abitato è il più importante agglomerato urbano dell'intero altopiano silano, ed è anche uno dei pochi paesi della provincia cosentina che si trovi ad una notevole altitudine. Contrariamente alla tendenza negativa più comune, esso ha segnato una discreta espansione, ed infatti è un frequentato centro turistico. S. Giovanni sorse nel XII secolo, attorno all'archicenobio florense fondato dall'abate Gioacchino (nato a Celico nel 1130 ca.), e fu feudo monastico dell' Abbazia. La chiesa, restaurata, ha elementi di architettura cistercense, con la caratteristica abside medievale, a volta spezzata, arco maggiore,e fondo con occhi trilobati, absidi integre e cripta (XIII secolo), nella quale vennero conservate le reliquie del fondatore "di spirito profetico dotato". Interessante il grande fastigio ligneo a fioroni barocchi dell'altare maggiore e del coro, del 1685.
Nella piazza principale, Chiesa di S. Maria delle Grazie, con portali in pietra scura (sec. XVII), argenterie barocche e parati sacri con stemmi degli Abati commendatari. Presso l'Abbazia, è il "Museo etnografico e della civiltà contadina". L'artigianato comprende la tessitura di stoffe e tappeti, con una scuola d'arte appositamente impiantata sotto la guida di artigiani armeni, l'oreficeria, e gli scalpellini, la cui tradizione risale addirittura al 1200. Il 29 marzo ha luogo una singolare processione in costume, simboleggiante la morte e la resurrezione di Cristo. A questo punto, da S. Giovanni si può proseguire ancora più a sud, nella "Sila piccola" (provincia di Catanzaro), oppure tornare indietro, a Cosenza, abbastanza velocemente, utilizzando la Superstrada 107.Se però si ha ancora tempo a disposizione, l'itinerario di ritorno a Cosenza può essere così variato: si torna a Rovale tramite il percorso non fatto all'andata (contrada Ramundo, S. S. 108 Bis, oppure Silvana Mansio, da S. S. 107) e, da Lorica, si prende il bivio per il suggestivo monte Botte Donato (m. 1876). Riallacciatasi, poi, alla vecchia S. S. 107, in località "Fago del Soldato", si può prendere la Superstrada recante lo stesso numero, per Cosenza, attraverso Spezzano e Celico, centri presilani ricchi di tradizioni.

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